Il concetto di sostenibilità informatica (conosciuta anche come “sostenibilità IT”) riguarda l’utilizzo delle tecnologie informatiche come strumento per promuovere la sostenibilità generale all’interno di un’organizzazione o di un’azienda. Per perseguire questa idea vengono sfruttate soluzioni IT volte alla riduzione dell’impronta ecologica, come ad esempio la gestione intelligente dell’energia, il supporto al lavoro da remoto per ridurre le emissioni legate al trasporto e lo sviluppo di sistemi per l’utilizzo efficiente delle risorse in diversi settori.

La sostenibilità IT è maggiormente legata all’applicazione dell’IT per perseguire obiettivi legati al tema della sostenibilità ambientale. L’IT sostenibile prevede l’uso delle tecnologie informatiche per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale e ottimizzare la sostenibilità a lungo termine; inoltre, include una combinazione di pratiche e strategie volte a ridurre i consumi energetici, contenere al massimo gli sprechi e supportare decisioni ecologicamente responsabili all’interno del settore IT.

Ridurre l’impatto ambientale nel ciclo di vita della tecnologia

Come già anticipato precedentemente, particolare rilevanza è data alla riduzione dell’impatto ambientale del ciclo di vita di un device tecnologico. Generalmente, il tempo di vita di un device viene suddiviso in tre fasi:

  • Nella fase a monte viene considerato l’impatto ambientale di tutte le attività, a partire dalla progettazione fino alla delivery finale al cliente. Queste attività comprendono la riduzione della quantità di rifiuti prodotti, dell’acqua e dell’energia in produzione, ma anche attività di tipo logistico e di distribuzione che riducono al minimo le emissioni.
  • Nella fase di utilizzo, invece, si tiene conto dell’impatto ambientale associato all’uso vero e proprio dei prodotti IT. Vengono fatte considerazioni in merito all’individuazione delle opportunità di efficienza sia a livello di hardware che a livello di software IT, ma anche dal punto di vista di infrastruttura meccanica ed elettrica legata all’hardware IT. In generale, le aree maggiormente di interesse includono l’efficienza dei consumi elettrici e delle apparecchiature, ma anche delle risorse, del software e dei dati.
  • La fase di fine utilizzo, invece, comprende l’impatto ambientale degli asset IT al termine della vita utile del prodotto. Le considerazioni in questa fase includono la riparabilità e la riciclabilità, ma anche i servizi volti a favorire la circolarità degli asset.

Perché l’IT sostenibile è importante

Le risorse del nostro Pianeta sono limitate, e l’impronta materiale globale è passata da 54 miliardi di tonnellate nel 2000 a 92 miliardi nel 2017, con un allarmante aumento del 70%. Ad oggi, l’informatica è l’hardware più utilizzato in ufficio, e sta avendo un grande impatto sulla sostenibilità. Infatti, lo smartworking è diventato la norma e con esso è aumentata drasticamente la richiesta di computer portatili e di apparecchiature informatiche.

È possibile rendersi conto dell’impatto ambientale solo se si valuta a lungo termine: 8 ore di utilizzo quotidiano un computer portatile può produrre fino a 88 kg di carbonio all’anno. Questo aumento della domanda fa sì che ogni nuovo computer portatile prodotto costi circa 316 kg di emissioni di carbonio, 190.000 litri di acqua e 1,2 tonnellate di materiali estratti dalla terra.

Cambiare la percezione dei device usati

Il modello di utilizzo operante attualmente, basato sull’idea di “prendi, produci e sostituisci“, ha creato una montagna di rifiuti elettronici (conosciuti come “e-waste”) di 57 milioni di tonnellate all’anno (questi dati sono stati raccolti nel 2021 dal WEEE Forum). Questo flusso di rifiuti è in rapida crescita, ed è fondamentale intervenire ora prima che sia troppo tardi. La sfida consiste nel cambiare la percezione della tecnologia di seconda mano, e trasformarla in tecnologia che è giunta al termine della sua vita utile per il proprietario attuale.

È dunque necessario garantire che i prodotti di seconda vita vadano oltre la semplice ristrutturazione o riparazione, per assicurare che abbiano un secondo uso pienamente esteso e ridurre al minimo l’impatto ambientale complessivo.

Le aziende ed il settore dell’IT

Il settore IT è molto energivoro ed attualmente contribuisce per il 4% delle emissioni globali di gas serra: inoltre, per il 2040 anche il consumo di energia elettrica potrebbe triplicare questi valori. Per favorire la sostenibilità ambientale, le aziende dovrebbero puntare su una produzione e smaltimento delle apparecchiature elettroniche maggiormente green. L’obiettivo dovrebbe essere quello di puntare sulla completa riciclabilità dei metalli utilizzati, limitando al massimo la loro estrazione e raffinazione. Importantissimo anche il recupero dei materiali utilizzati, così da poter conseguire la sostenibilità ambientale considerato che le risorse a disposizione sono limitate. Infatti, riciclare significa dover utilizzare meno energia per produrre i beni: chiudere il ciclo con il ritorno nella fase di produzione delle apparecchiature elettroniche dei materiali recuperati aiuta a conservare le risorse non rinnovabili del nostro Pianeta, a consumare meno energia, e a ridurre la produzione di rifiuti.

Allungare il tempo utile di utilizzo dei dispositivi elettronici è importantissimo, ma attualmente le aziende produttrici di dispositivi tecnologici adottano iniziative che puntano a stimolare gli acquisti di modelli nuovi con un ciclo di vita sempre più ridotto. Un altro aspetto da tenere in considerazione è che allungare la vita degli apparecchi significa ridurre la produzione di RAEE (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), rifiuti altamente inquinanti.

Lo smaltimento dei RAEE

È di fondamentale importanza, inoltre, massimizzare lo smaltimento ed il riciclo dei componenti e delle sostanze pericolose contenute all’interno dei RAEE, una delle fonti di inquinamento ambientale più nocive con implicazioni che si riflettono anche sulla salute umana. I dispositivi elettronici, infatti, contengono sostanze (come ad esempio metalli preziosi e rari) che sono preziose risorse che non devono essere disperse. È necessario incentivare la realizzazione di impianti di recupero dei RAEE che effettuano la messa in sicurezza degli apparecchi, smontando i componenti che contengono sostanze tossiche e provvedono a disassemblare e riutilizzare le parti che possono essere utili per riavviare il riciclo di altri materiali come ad esempio metalli, vetro e plastica.

La produzione di nuovi strumenti tecnologici che sfruttano come risorse le materie prime recuperate dai rifiuti serve a contribuire alla diffusione di un’economia circolare green, fondamentale per ottenere la sostenibilità ambientale. La strada dunque per ridurre l’impatto sull’ambiente è quella di utilizzare una quota sempre maggiore di materiali riciclati nei nuovi device, fino ad arrivare al 100% del riciclo.